• La rouotta di Santo Stefano VDA - Joseph Péaquin
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    Boccia e foglio degli iscritti - Stefano Torrione
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    Boccia in mano ad un giocatore - Stefano Torrione
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    Una tipologia di lancio - Stefano Torrione
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    Una tipologia di lancio - Stefano Torrione
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    Una figura di lancio - Stefano Torrione
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    Foto di gruppo dei partecipanti - Stefano Torrione
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    La premiazione - Stefano Torrione
  • 2011
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Categoria

Riti e Pratiche Sociali

Tag

DOVE

Lillianes (AO), Valle d’Aosta - Italia

Il percorso effettuato dai giocatori della rouotta non è prestabilito, è deciso sul momento. Il gioco avviene, generalmente, nei prati, nelle strade secondarie di Lillianes.

QUANDO

26 dicembre

CHI

Agnesod Patrice Agnesod Patrice
(informatore)
Squinabol Kristine Squinabol Kristine
(informatore)

Gioco della rouotta a Lillianes

(Djuc da rouotta a Iane)

Il 26 di dicembre, Santo Stefano, tutti gli anni, anche in condizioni climatiche avverse, a Lillianes si svolge il gioco tradizionale della rouotta. Al gioco popolare, partecipano all'incirca una trentina di persone, al di sopra dei sedici anni, che gareggiano individualmente. Tra questi ogni anno viene nominato un arbitro, figura molto importante, la quale ha l'arduo compito di attribuire le penalità. Infatti, il gioco possiede un regolamento scritto. Questo prevede: gli orari, i luoghi, il tipo di boccia, l'ammontare delle penalità, l'età minima e il comportamento dei partecipanti, le modalità di pagamento della cena, il menù tipico, l'attribuzione del trofeo e degli altri premi. La partecipazione al gioco prevede un'iscrizione, poco prima dell'inizio della gara; tutti gli iscritti si presentano muniti di una boccia, generalmente di legno.  Il gioco si fa nei prati di Lillianes, ma il percorso è deciso sul momento; inizia alle 14:00 e termina verso le 17:30, quando il buio della sera impedisce la prosecuzione dello stesso. Il funzionamento della rouotta è il seguente: la prima giocata spetta al veterano, mentre le successive mosse vengono decise da uno dei tre giocatori le cui bocce, nel turno precedente, sono andate più distanti dal cochonnet/ boccino. Egli lancia il cochonnet gridando "cochon en avant/cochon in avanti", dopo aver spiegato la posizione da tenere in fase di tiro e dove deve passare la boccia; i giocatori che lo seguono devono urlare "… apreu mé/dopo di me", indicando colui/colei che dovrà giocare dopo di lui. Tutti i concorrenti a chiamata, devono compiere il lancio seguendo le stesse modalità, senza dimenticare di chiamare il concorrente successivo; l'ultimo, deve annunciare la fine della mano gridando "ramassa!/raccoglie". Le penalità vengono assegnate per la posizione della traiettoria errata, se si è tra i cinque che si sono allontanati di più con la loro boccia dal cochonnet. Inotre, dimenticare i richiami rituali in patois, qui sopra citati, oltre a provocare la derisione degli altri giocatori attraverso il coro collettivo "ou cu, ou cu, ou cu/il sedere, il sedere, il sedere", comporta l'attribuzione di ulteriori penalità". Durante l'esecuzione delle giocate, come già accennato, i partecipanti, quasi tutti autoctoni si esprimono in francoprovenzale. La peculiarità di questo gioco è proprio il clima divertito che si viene ad instaurare durante le giocate. La tradizione vuole che il pomeriggio di gioco si concluda con una cena tra i partecipanti, dal menu tipico, che prevede riso al formaggio. Al termine della cena si procede alla premiazione ufficiale: due sculture in legno o in pietra ollare vengono assegnate a chi ha sommato meno penalità (premio cochon en avant) e a chi ne ha ricevute di più (premio ramassa). Il vincitore riceve il trofeo ufficiale della rouotta, che passa di anno in anno da un trionfatore all'altro. Lo dovrà restituire l'anno seguente, dopo aver aggiunto il proprio nome sull'albo in legno annesso alla scultura. Particolare poi, è l'attribuzione del costo della cena: questo viene suddiviso per il numero totale dei punti riportati da tutti, poi si fa una percentuale, di modo che chi ha ottenuto più penalità nel gioco pagherà la cena più cara. 

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Le sue origini non sono collocabili nel tempo, perché, non ne esiste una documentazione scritta. Però, secondo le testimonianze orali, dal secondo dopoguerra ad oggi è sempre stato giocato, trasmettendosi di generazione in generazione. Nella media e bassa Valle d'Aosta, in passato, altre località, hanno praticato un gioco simile: Antey, Arnad, Châtillon, Saint-Vincent, Gignod; ma solo a Chambave e a Lillianes, si continua a tenere viva questa tradizione. Nella rouotta di Lillianes, in passato solo gli uomini e i giovani del paese vi potevano partecipare; da una ventina d'anni, invece, anche le donne e i non residenti sono ben accetti.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

I giovani al di sotto dei 16 anni che non possono ancora partecipare fanno da spettatori, osservando il gioco. La trasmissione avviene attraverso il vissuto.

COMUNITÀ

L'arbitro che osserva attentamente tutte le fasi del gioco e segna le penalità di ciascun giocatore.
I partecipanti alla rouotta, con spirito goliardico, partecipano a questo gioco tradizionale.
I rari spettatori che osservano divertiti lo svolgimento del gioco.

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • Daudry Pierino
    Rivista annuale della Federaxon Esport Nohtra Tera - Lo jouà é les omo
    Tipografia Valdostana 1986
  • Sesano Fabrizio
    Lillianes-Valle d’Aosta, il paese delle castagne
    Medea 2008

A cura di

ITALIA Regione Valle d'Aosta - Ufficio Regionale per l'Etnologia e la Linguistica - Stéphanie Dalle

Supervisore scientifico

Tiziana Fragno

Data di pubblicazione

03-DIC-2012 (Stéphanie Dalle)

Ultimo aggiornamento

13-LUG-2015

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