• Maggio di Casale Corte Cerro
    Massimo Bonini
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    Il canto serale - Massimo M. Bonini
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    Un momento di forza - Massimo M. Bonini
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    Giovani che cantano - Massimo M. Bonini
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    Il gruppo di giovani del Maggio - Massimo M. Bonini
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    Partitura - Massimo M. Bonini
  • 1976
    1981
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Categoria

Riti e Pratiche Sociali

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DOVE

Casale Corte Cerro (VB), Piemonte - Italia

Non esiste un percorso fisso, ogni anno i ragazzi decidono da quale casa cominciare a cantare anche se, normalmente, essi prendono di mira le abitazioni dei compaesani più abbienti, come, ad esempio, il sindaco, il medico, il farmacista o il notaio.Il Maggio di Casale Corte Cerro è realizzato da due gruppi di giovani, il primo festeggia unicamente nella cosiddetta "parte bassa" del paese, ovvero nelle frazioni di Cassinone, Sant'Anna, Pramore, Ramate, Gabbio e Cereda. Quest'area di Casale si è sviluppata a seguito della costruzione della ferrovia e della strada carrozzabile, vie di comunicazione che hanno agevolato la realizzazione di piccole industrie sul territorio. In passato, a causa del suolo pianeggiante, tale parte del paese era riservata alle coltivazioni.Il secondo gruppo di ragazzi che partecipa al Maggio, invece, si muove nelle strade della "parte alta", cioè nelle borgate di Ricciano, Arzo, Crebbia, Casale capoluogo, Cafferonio, Crottofantone, Motto, Montebugllio e Tanchello. Queste frazioni sono il nucleo più antico del Comune e si sviluppano a un'altitudine compresa tra i trecento e i cinquecento metri.

QUANDO

La notte tra il 30 aprile e il primo maggio

CHI

Bonini Massimo Bonini Massimo
(informatore)

Maggio di Casale Corte Cerro

(Cantamasc )

La notte tra il 30 aprile e il primo maggio, di solito intorno a mezzanotte, due gruppi di giovani  si recano di casa in casa per cantare un motivo inneggiante alla bella stagione in arrivo.
Indipendentemente dalla zona in cui si muovano i ragazzi, la canzone è ovunque simile e si articola di una parte "fissa" e di una parte improvvisata. Il componimento si apre con alcune strofe che parlano dell'arrivo imminente del maggio, i versi successivi, invece, variano in relazione al proprietario della casa di fronte alla quale si canta. In questa parte della canzone, i ragazzi riveriscono il padrone dell'abitato con alcune frasi, per poi chiedergli di ricompensarli con un'offerta. Il läntighér, che viene domandato in modo ironico come compenso minimo, è un sasso bianco a forma di uovo, che veniva collocato nel pollaio per insegnare alle giovani galline dove covare.
A seconda della reazione della persona, il componimento termina con delle strofe fisse contenenti dei ringraziamenti o degli insulti. Di seguito, un esempio di un componimento cantato a un immaginario Signor Pidrin. La prima strofa è eseguita da una persona sola, le altri parti, invece, sono cantate in coro da tutti intervallando il ritornello.
L'è chi masc!
Maggio fiorente
Fior d'ogni tempo,
fior dell'estate
e tüte dòne inemurà.
O bèlo vengo masc!
Somän gnüi däl Sass Länscin,
par riverìi 'nca 'l scior Pidrin.
Sumän gnüi dä'n Pra Mädonä,
par rivérìi 'ncä la seu donä.
Gnirà mai 'nä bèlä està
finchè masc särà cäntà.
Scior Pidrin chë 'l värda giù,
che altrimenti an movum pù.
Scerchì miä da faa tänt l'örch,
suma bè ch'i mazzà 'l porch!
Purté fora quatär öuv,
ses, o sétt, o vott, o nouv.
Se 'l ghì propi nutä nutä,
mändé fô la donä biutä.
E se 'l ghì propi vèr vèr,
dèn almenu 'l läntigher.
Strofe fisse di ringraziamento:
A si propi bravä gent,
fumä i nösti compliment.
V'augürüma buna nöcc,
finché 'l disnâ sarà mia coc.
Strofe fisse di maledizione:
Tanti s-cai in-t-a cul mür,
tanti brocch in-t-al vost cül.
Tanti piod in su cul tëcc,
gnesan giù sui vosti urëcc!
Ecco maggio/ maggio fiorente,/ fior d'ogni tempo,/ fior dell'estate/ e di tutte le donne innamorate./ Viene il bel maggio!/ Siamo venuti dal Sass Lanscin,/ per riverire anche il signor Pidrin./ Siamo venuti dal Prato Madonna,/ per riverire anche sua moglie./ Non ci sarà una bella estate,/ se non viene cantato il maggio./ Si affacci signor Pietro,/ altrimenti non ce ne andiamo./ Cercate di non fare lo gnorri,/ sappiamo che avete ucciso il maiale./ Dateci quattro uova,/ sei o sette, o otto, o nove./ Se non avete proprio niente,/ fate uscire la moglie svestita./ Se non avete proprio nulla,/ dateci almeno il lantighèr./ Siete proprio brava gente,/ vi facciamo i complimenti./ Vi auguriamo buona notte,/ finché il desinare sarà cotto./ Tante pietre ci sono in quel muro,/ altrettanti chiodi nel vostro posteriore./ quante piode vi sono su quel tetto,/ altrettante cadessero sulle vostre orecchie.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

In passato il rito del Maggio era diffuso in tutto il Cusio e si presentava con modalità molto simili: l'offerta di rami e fiori, l'innalzamento di un albero, la danza intorno a esso, l'elezione di una giovane nubile a "regina del maggio". A San Maurizio d'Opaglio questa festa è stata celebrata fino al 1924 e veniva denominata la bula perché l'albero utilizzato era una grande betulla. Nei secoli compresi tra il XVI e il XVIII, si hanno notizie del Maggio ad Armeno, Orta, Ameno e Vaciago. Qui, un manoscritto di L.A. Cotta presente sulla sua "Miscellanea" novarese, riporta il caso del furto della pianta usata in loco per la festa.
A Casale Corte Cerro il Maggio è stato molto praticato fino agli anni Trenta, periodo in cui è stato vietato dal fascio. Nonostante l'interdizione, si narra che alcuni uomini continuassero ugualmente a celebrare la festa, nascondendosi meglio che potevano dagli squadristi. La tradizione è stata ripresa nel 1945, cinque giorni dopo la Liberazione, e quell'occasione è stata particolarmente sentita perché attraverso la manifestazione la popolazione ha festeggiato anche la fine della dittatura.
La modernità riuscì là dove aveva fallito il fascismo e il Maggio di Casale Corte Cerro venne abbandonato nuovamente dopo un breve periodo. Negli anni Settanta la manifestazione venne riproposta da un gruppo di giovani, i quali si fecero portatori di una serie di modifiche. Ad esempio, la nuova organizzazione permise alle donne, in passato categoricamente escluse dall'evento, di partecipare allo svolgimento della festa. Tra coloro che presero parte al Maggio di quegli anni vi fu anche un gruppo di signore anziane che da ragazze non avevano potuto dare vita alla manifestazione. Quest'ultima, inoltre, era realizzata da un solo gruppo di giovani che si recavano a cantare presso tutte le frazioni del paese. In passato, invece, ogni borgata poteva contare su alcuni ragazzi che davano vita all'evento. Solo nell'ultimo decennio del secolo scorso si crearono due gruppi di giovani che, come detto, cantano il Maggio nella parte alta e nella parte bassa del paese. A partire dagli anni Settanta, infine, ai cantori vennero offerti soprattutto soldi come compenso per i loro componimenti, mentre fino alla seconda metà del Novecento erano donati unicamente beni alimentari e vino.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

La partecipazione alla festa assolve la funzione di apprendimento e trasmissione del rituale.

COMUNITÀ

Il gruppo che si reca di casa in casa è composto prevalentemente, ma non esclusivamente, da ragazzi e ragazze di Casale Corte Cerro con un'età compresa tra i quindici e i venticinque anni.

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • Bonini Massimo
    Lo Strona - Canti popolari del Cusio. Raccolti dai vecchi nei villaggi, nelle osterie, sugli ultimi alpeggi

A cura di

ITALIA Regione Piemonte - Settore Musei e Patrimonio Culturale - Carlotta Colombatto

Supervisore scientifico

Laura Bonato

Data di pubblicazione

20-FEB-2013 (Carlotta Colombatto)

Ultimo aggiornamento

24-FEB-2015 (Fabia Apolito)

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