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Categoria

Saperi Tecnici e Artigianali

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DOVE

Quarna Sotto (VB), Piemonte - Italia

CHI

Zolla Roberto Zolla Roberto
(informatore)

Mulini ad acqua nel territorio di Quarna

Il mugnaio, un tempo, era una figura molto importante, era un tecnico specializzato, supportarto da anni di pratica, che doveva sopperire a molte funzioni diverse. Doveva saper far fronte a tutti gli incidenti che potevano accadere, sorvegliare l'impianto, ripararlo, prevenire i guai delle piene, garantire la pulizia dell'ambiente. Bisognava avere fiducia nel mugnaio, che era tenuto ad utilizzare le bilancie di fronte ai clienti per dimostrare la sua cura.
Nei territori di mezza montagna, le coltivazioni erano abbastanza ridotte: castagne, segale, miglio erano fondamentali alla sussistenza di uomini e bestie. Questi cereali erano la base dell'alimentazione quotidiana delle famiglie, il mulino era dunque molto importante per sopravvivere per la popolazione locale. Fino al 1907 i mulini erano in piena attività, in questa data la nuova carrozzabile permise di avere accesso ai grossi mulini della piana, per cui molti chiusero e smisero la loro attività. Man mano che i mugnai morivano, la loro attività non veniva ripresa da nessuno e dunque i mulini erano costretti a chiudere.
Generalmente il mulino era privato, gestito da un mugnaio che si occupava di macinare i cereali e ridistribuirli ai legittimi proprietari.
Nel dopoguerra il mulino funzionava ancora, per le piccole necessità degli abitanti, chi volve macinare, lasciava il sacco, con un biglietto indicante il mìnome, la quantità e il tipo di macinatura richiesta, in un piccolo buco comunicante con l'interno. La mugnaia (mulnèra) eseguiva e riponeva il sacco nello stesso punto, segnando tutto su un quaderno, i conti si sarebbero aggiustati poi.
Un mulino ad acqua ha un funzionamento complesso e diverso a seconda delle esigenze e del territorio in cui si trova. Solitamente si cercava di deviare l'acqua dal suo corso principale, in modo da evitare gli eventuali problemi di piene ed esondazioni. L'acqua veniva deviata a monte del mulino tramite una diga fatta di pietra legno e tronchi, si convogliava in un canale secondario che poteva essere bolccato da una porta o da una paratoia che permetteva così di regolare il flusso e l'intensità dell'acqua. Una volta aperta la paratoia l'acqua veniva fatta passare nel canale che nella sua parte finale era rivestito di legno o pietra in modo da rendere il flusso d'acqua più scorrevole. Dopo aver attraversato la ruota, l'acqua entrava in un altro canale che la conduceva ad altri mulini oppure al ruscello.
La maggior parte dei mulini della zona aveva una ruota verticale  a cassette o a pale, generalmente collocata al di fuori dell'edificio. Nel caso di ruote a pale, l'acqua scorreva in un fosso e faceva girare la ruota grazie alla resistenza ottenuta dalle pale, nel caso della ruota a cassette, l'acqua cadeva a doccia sulla cima della ruota, riempiva la prima cassetta che per il peso dava inizio al movimento della ruota, man mano riempiendo tutte le cassette a rotazione.
La ruota e le cassette un tempo erano di ferro e legno ma a partire dal 700 sono costruite interamente in ferro. Spesso si costruiva un bacino di riserva in cui convogliare l'acqua, per avere un flusso continuo. L'asse collegato alle ruote era generalmente orizzontale, richiedeva dunque degli ingranaggi per trasformare il moto rotatorio da verticale a orizzontale. Questo avveniva grazie ad un complesso sistema di ingranaggi e di perni. La macina superiore girava poi su quella inferiore provocando la macinatura dei prodotti.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Il mulino delle batìne è l'unico mulino ad acqua del territorio quarnese che si è conservato in condizioni precarie fino ai nostri giorni. È stato per cui possibile il restauro e la messa in funzione ai fini didattici e divulgativi. Si trova vicino al paese in una verde valle, vicino al ruscello. La macinazione in questo mulino avveniva sicuramente già in epoca remota, a Quarna si macinava frutta, castagne, segale e miglio, prodotti principali della terra.
L'Associazione Museo di Storia Quarnese aveva intenzione di valorizzare il mulino già dagli anni 70, era ancora in discrete condizioni, avendo funzionato fino al dopoguerra. Le tre proprietarie, Paolina, Santina e Lea Debernardi, erano però contrarie alla vendita e non vollero cederlo. Solo dopo la loro scomparsa, il nipote lo donò all'associazione, con l'impegno che venisse usato per scopi museali.
Il nome batìne, vien dal soprannome del nonno delle tra sorelle, Giovanni Battista Debernardi; egli per tutta la vita fu soprannominato batìn ed il soprannome si trasmise ai suoi eredi tutti, fino ad arrivare alle tre sorelle, le batìne.
Negli anni in cui non era più stato utilizzato, l'incuria ed il tempo avevano ridotto il mulino in pessime condizioni: il tetto era crollato e la vegetazione stava invadendo gli interni. Il recupero era dunque difficile e molto costoso. Il fabbricato era molto picoolo, circa 16 mq per un'altezza di 3,25 metri. Nel tempo aveva cambiato molti proprietari e numerose modificazioni erano state fatte. Pare che fosse stato costruito da Vittorio Rampone intorno al 1851, ma si presuppone che in precedenza esistesse già un altro mulino su quel terreno.
Inizialmente il mulino lavorava con una macina di 100 cm di diametro, intorno al 1920 venne inserita una ruota orizzontale a palette di ghisa, aggiungendo anche una parte di fabbricato.
La ristrutturazione ha scelto di riportare l'edificio alle sue condizioni originali: si è abbattuto il corpo aggiunto, riparate le pareti in muratura e il tetto in piode e si è deciso di riparare un palmento con ruota esterna verticale, come era in origine.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

L'apprendimento della gestione di un mulino richiedeva tempo e pazienza, generalmente avveniva tramite apprendistato, ma richiedeva molto tempo essendo le funzioni da portare a termine tante e diverse.

COMUNITÀ

Il mulino era a servizio dell'intera comunità e fondamentale per la sopravvivenza degli abitanti. Le farine erano infatti alla base delle necessità alimentari delle famiglie.

AZIONI DI VALORIZZAZIONE

Il mulino delle Batine, ristrutturato dall'associazione di storia quarnese, è aperto alle visite delle scuole e viene messo in funzione su richiesta. È una buona occasione per illustrare il funzionamento del mulino e della macina.

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • Cecchetti Giorgio
    Il mulino delle batìne
    Associazione Museo di Storia Quarnese 1999

A cura di

ITALIA Regione Piemonte - Settore Musei e Patrimonio Culturale - Alice Servi

Data di pubblicazione

27-FEB-2013 (Alice Servi)

Ultimo aggiornamento

26-FEB-2015 (Fabia Apolito)

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