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Categoria

Arti e Spettacolo

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DOVE

(MI), Lombardia - Italia

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(burattinaio)
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(burattinaio)

L’arte del burattinaio Giuseppe Burzio

Giuseppe Burzio nasce nel 1906 da  Giovanni  e Giuseppina Manuele ed appartiene  ad  una famiglia di noti marionettisti e burattinai, il cui capostipite fu il bisnonno Gaetano, scomparso agli inizi dell'800.
Trova lavoro prima come portinaio in un palazzo milanese, attività ereditata dalla sorella Maria, e successivamente come magazziniere in una ditta di Milano dove resterà tutta la vita.
La sua grande passione per il teatro di animazione lo porta ad acquistare una muta di burattini per dare spettacoli nei fine settimana e durante i periodi festivi.
Gli spettacoli che rappresentava si rifacevano al repertorio familiare e a quello classico dei burattinai lombardi.
Nel suo permesso S.I.A.E. per l'anno teatrale 1962/63 sono elencati 24 titoli, tra fiabe, commedie e tragedie. Si va dai classici come "Pia de' Tolomei",Il Fornaretto" e " Maino della Spinetta" alle fiabe come "La spada magica" o "L'Orco della Selva Nera", dal dramma "Casimiro il fratricida" alle divertenti commedie come "I due gemelli" o "Gioppino servo di un pazzo".
Abile animatore e brillante improvvisatore,  aveva un perfetto controllo del pubblico. Il suo punto di forza era il grande entusiasmo che lo animava e  lo rendeva  capace di affascinare gli spettatori che restavano ammaliati dalla sua esuberante forza di spirito.
In baracca era aiutato validamente dalla moglie Ida Campagnola e dal figlio Gabriele e, talvolta, anche dal fratello Pietro, anche lui burattinaio.
Protagonisti dei suoi spettacoli erano, come sempre avviene nel repertorio di tradizione lombarda, Gioppino, Brighella, Tartaglia, Pantalone e Meneghino a cui si affiancava , introdotto dal figlio Gabriele, anche il personaggio veneto di Facanapa.
Il boccascena della sua baracca misurava più di due metri, consentendo così di poter far agire contemporaneamente in scena fino ad otto personaggi.
Gli spettacoli venivano rappresentati principalmente nella città di Milano e nella sua provincia e nel periodo estivo in Valtellina, terra d'origine della moglie Ida. Gli spostamenti, a partire dalla metà degli anni '50, avvenivano con una Fiat 500 giardinetta  sulla quale veniva caricato tutto ciò che serviva  per lo spettacolo. Sul finire degli anni '40, Giuseppe ideò e  costruì da solo  un'arena coperta  tutta in lamiera  che poteva contenere un centinaio di spettatori,  ma data la difficoltà di trasporto e di allestimento, venne usata solo un paio d'anni.
Cessò l'attività alla sua morte, nel 1973.
Si segnala la sua collaborazione con Adolfo Murovec che aveva sposato sua sorella Maria. Questa collaborazione non durò molto, ma  produsse tra i due burattinai uno scambio di burattini e testi teatrali. Sicuramente ebbe rapporti di scambio artistico anche con i burattinai milanesi Oreste Strazza, Giorgio Minutoli e il Cavalier Cesare Rossi.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Apprende il mestiere di burattinaio in famiglia e lo tramanda  al figlio Gabriele che lo segue in baracca fino a quando parte per il servizio militare. Al rientro, però, Gabriele decide di iniziare un'altra attività.

Per sapere di più

Beni materiali

La baracca, i burattini, gli scenari e i copioni sono conservati dal figlio Gabriele Burzio.

A cura di

Associazione I burattini Cortesi - Daniele Cortesi

Data di pubblicazione

13-DIC-2011 (Daniele Cortesi)

Ultimo aggiornamento

15-APR-2015 (Fabia Apolito)

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