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    Il corteo dei bambini del venerdì pomeriggio - Massimo Pedrazzini
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    La Bau Band, banda stonata fondata nel 1979, che annovera musicisti provenienti da diverse zone del Ticino centrale - Massimo Pedrazzini
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    Primo piano sulla Spacatimpan, la banda stonata di Chiasso - Massimo Pedrazzini
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    Re Dantun e consorte al corteo della domenica pomeriggio - Massimo Pedrazzini
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    Carro umoristico al corteo della domenica pomeriggio - Massimo Pedrazzini
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    Carro umoristico al corteo della domenica pomeriggio - Massimo Pedrazzini
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    Carro umoristico - Massimo Pedrazzini
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    Tiro alla fune in piazza Collegiata, sotto l'occhio vigile di Re Dantun - Massimo Pedrazzini
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    Distribuzione di risotto e luganighe - Massimo Pedrazzini
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    Distribuzione di risotto e luganighe - Massimo Pedrazzini
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    Risotto e luganighe nel capannone dell'Espocentro - Massimo Pedrazzini
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    Discorso di re Dantun in piazza Collegiata - Massimo Pedrazzini
  • 2011
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Categoria

Riti e Pratiche Sociali

Tag

DOVE

Bellinzona (Bellinzona), Canton Ticino - Svizzera

QUANDO

Carnevale romano

Carnevale di Bellinzona

(Rabadan)

Il carnevale di Bellinzona, meglio conosciuto con il nome dialettale di Rabadan, può essere considerato a giusta ragione il più importante carnevale ticinese. Con un'affluenza annuale di pubblico che si aggira attorno alle 150.000 unità, questa manifestazione offre molteplici occasioni di svago: alla tradizionale risottata si affiancano i veglioni all'interno dei ristornati e dei capannoni (chiamati popolarmente "tendine") allestiti per l'occasione. Il carnevale della capitale si distingue per numerose altre animazioni che vanno dal concerto delle Guggenmusik al corteo mascherato lungo viale Stazione, al tiro alla fune. La "Società del Rabadan", che attualmente conta più di duecento collaboratori volontari, è documentata a partire dal 1863 con un preciso intento: accomunare divertimento e beneficenza (non a caso, il motto ufficiale del carnevale bellinzonese è "divertirsi, beneficando"); il comitato è nato infatti come ente benefico, guidato in un primo tempo soprattutto da medici, avvocati, ingegneri e commercianti, membri di famiglie benestanti che si impegnavano a promuovere e a finanziare iniziative indirizzate a divertire e ristorare i meno abbienti. In questo contesto si inserisce l'usanza di distribuire un piatto di risotto a tutta la popolazione: a Bellinzona, la prima risottata in piazza risale al 1865; a quell'epoca, speciali incaricati passavano di casa in casa, il primo giorno di carnevale, per la raccolta dei fondi e degli ingredienti. Oggi, nel principale punto di ritrovo pensato per il grande pubblico, si distribuiscono ogni anno più di duemila porzioni di risotto e luganighe. La manifestazione prende ufficialmente avvio la sera del giovedì grasso, quando il sindaco consegna le chiavi della città, esageratamente grandi e ingombranti, a Sua Maestà Re Rabadan (in carica dal 1875): accompagnato dalla regina e da alcune damigelle, Re Rabadan assume simbolicamente il governo della capitale fino al martedì della settimana successiva. In occasione del suo insediamento, egli si rivolge ai propri sudditi con un discorso improntato alla libertà di critica: facendosi portavoce dello scontento e dell'insofferenza del popolo, il sovrano offre una rassegna di tono satirico dei più noti avvenimenti locali relativi all'anno appena trascorso. L'appuntamento più vivace del carnevale bellinzonese è senz'altro il corteo mascherato che ha luogo la domenica pomeriggio, in ossequio a una tradizione secolare: a Bellinzona, infatti, la prima sfilata organizzata risale al 1875, mentre i carri satirici e allegorici fanno la loro comparsa soltanto a partire dal 1923. Attualmente il corteo mascherato convoglia nella capitale da 20.000 a 30.000 spettatori: l'attrazione principale è costituita dai carri umoristici e satirici, intercalati dalla vivace rassegna di numerosi gruppi mascherati e di altrettante Guggenmusik. I temi proposti dai costruttori dei carri sono, ovviamente, in chiave satirica: dagli scandali politici o finanziari alle riforme avvenute in seno ai grandi colossi nazionali, dagli avvenimenti di cronaca regionale alla messa in ridicolo dei più popolari serial televisivi. La sfilata, che si apre con il passaggio di Re Rabadan e della sua corte, è trasmessa integralmente dalla TV locale. Contribuiscono a rallegrare la manifestazione le numerose bande stonate, sorte sul modello delle Guggenmusik svizzero-tedesche, le quali si erano esibite per la prima volta (e proprio a Bellinzona) nel 1954. Da una trentina d'anni, il sabato pomeriggio, le bande stonate sfilano lungo il viale della Stazione e, la sera, offrono un concerto di circa quattro ore in piazza Collegiata. Negli ultimi decenni il comitato Rabadan si è ramificato e ingrandito, trasformandosi in una macchina organizzativa di notevoli proporzioni e di grande vitalità: a partire dagli anni Settanta del Novecento, il carnevale bellinzonese abbraccia tutta la settimana grassa, assicurandosi spazi sempre più ampi: nel 1983 il risotto viene preparato e distribuito per la prima volta in un capannone in piazza del Sole; nel 1986 il corteo della domenica viene preceduto, il venerdì, da quello delle scolaresche. Dal 1990 il carnevale si estende alle strade e alle piazze di tutto il centro, con "tendine" in grado di ospitare complessivamente oltre 40'000 partecipanti. Nel 1996 si introduce il concetto di "Città del carnevale": il centro storico si trasforma in una cittadella chiusa al traffico, alla quale si può accedere acquistando una tessera d'entrata che dà diritto di muoversi liberamente e, soprattutto, di frequentare ogni ritrovo o manifestazione. Con una vendita di tessere pari a 40'000 unità e un programma stampato in 70'000 esemplari, il Rabadan si conferma come una manifestazione che ha radici profonde, "che si immedesima e si confonde con la vita stessa della città della quale rappresenta uno degli aspetti più tipici ed espressivi".

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Capoluogo del Canton Ticino, Bellinzona è attraversata, seppur marginalmente rispetto al centro cittadino, dal fiume Ticino. La sua posizione strategica (si situa infatti sulla via di accesso ai più importanti passi alpini, in primo luogo San Gottardo e San Bernardino) ha fatto sì che, durante il Medioevo, venisse a lungo contesa tra Como e Milano per poi entrare stabilmente nell'orbita dei duchi di Milano a partire dal 1340 quale capoluogo dei loro territori alpini. I tre castelli, simbolo stesso della città, vengono quindi trasformati in fortezze statali e nella seconda metà del XIV sec. viene innalzata una lunga muraglia a sbarramento dell'intera valle del Ticino nella speranza di arrestare l'avanzata dei Confederati svizzeri. Attorno al 1500, in seguito alle complesse vicende politico-militari del Ducato di Milano, Bellinzona si arrende alla Lega svizzera: rimarrà quindi amministrata come "baliaggio" fino al 1798, quando una serie di rivolgimenti interni e l'intervento di Napoleone Bonaparte porteranno alla nascita, nel 1803, dell'attuale Cantone Ticino.
Dal 2000 i tre castelli (Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro) e la murata difensiva di Bellinzona figurano nella lista stilata dall'UNESCO a tutela del Patrimonio dell'umanità. La città possiede anche un teatro, costruito nel 1846-1847 su disegno dell'architetto milanese Giacomo Moraglia, uno dei maggiori architetti neoclassici lombardi della prima metà dell'Ottocento. Tra gli edifici di culto spiccano la chiesa Collegiata dei SS. Pietro e Stefano, imponente edificio rinascimentale completato in epoca barocca, e la Chiesadi S. Maria delle Grazie, che conserva i più importanti affreschi rinascimentali di scuola lombarda nel Ticino. Nel quartiere di Ravecchia sorgono, in particolare, la parrocchiale di S. Biagio, in cui si possono ammirare una serie di affreschi risalenti ai sec. XIV-XV, e Villa dei Cedri: edificata attorno al 1860 e insediata in un vasto parco, fu in seguito ampliata con una loggia in stile palladiano e una torretta belvedere; dal 1985 ospita il Museo d'arte cittadino. Bellinzona è anche rinomata per il suo carnevale, chiamato localmente Rabadan, risalente (per lo meno in questa forma) al 1863.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Di generazione in generazione per quanto riguarda le famiglie residenti a Bellinzona e nell'omonimo distretto. Per le persone provenienti da fuori la trasmissione è affidata più che altro al passa parola, al volantinaggio e ai mezzi di comunicazione.

COMUNITÀ

I bellinzonesi, in particolar modo, partecipano al Rabadan con una passione fuori dal comune. L'orgoglio e l'attaccamento al carnevale della propria città è radicatissimo già nei più giovani; inoltre, un'altra componente non trascurabile del Rabadan è il mascheramento: i bellinzonesi vi partecipano con una maschera o un travestimento completo realizzato in modo pressoché impeccabile.

AZIONI DI VALORIZZAZIONE

Diffusione e valorizzazione avvengono grazie ai mezzi a stampa (quotidiani e periodici); inoltre, locandine e programmi (anche in formato tascabile) forniscono al pubblico le informazioni necessarie per partecipare ai numerosi appuntamenti organizzati nella capitale. E' presente anche su siti di informazioni turistiche ed è dotato di un proprio sito internet. Il Rabadan trova grande risonanza sui giornali locali, che vi dedicano numerosi servizi prima e dopo l'evento, con la descrizione dei preparativi e, soprattutto, del corteo mascherato (elenco dei vincitori, motivazione della giuria ecc.). Ogni anno l'emittente locale trasmette integralmente la sfilata domenicale dei carri allegorici, dei gruppi mascherati e delle Guggenmusik, conferendo alla manifestazione bellinzonese un'eco mediatica considerevole.

MISURE DI SALVAGUARDIA

Dal 10 settembre 2012 il carnevale di Bellinzona figura, insieme ad altri carnevali ticinesi, nella lista delle "Tradizioni viventi in Svizzera", progetto di valorizzazione, salvaguardia e promozione del patrimonio culturale immateriale proveniente da tutte le regioni della Confederazione Elvetica.

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • 100 anni di carnevale bellinzonese
    Arti Grafiche Leins & Vescovi 1963
  • Il biscione mascherato
    Edizioni Salvioni 1988
  • Carnevale
    Centro di dialettologia della Svizzera italiana 2001

A cura di

SVIZZERA Canton Ticino - Centro di Dialettologia e di Etnografia - Giovanna Ceccarelli

Supervisore scientifico

Ceccarelli Giovanna

Data di pubblicazione

21-LUG-2011 (Giovanna Ceccarelli)

Ultimo aggiornamento

02-MAR-2015 (Fabia Apolito)

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