• Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Sollevamento del Giglio su cui è visibile l'orchestrina - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. L'orchestrina sul Giglio - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. L'orchestrina sul Giglio - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Gruppo di facchini della "paranza" ripreso da dietro mentre trasporta il Giglio - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Facchini della "paranza" - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartere Giambellino. Donne napoletane ballano in mezzo al pubblico - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Facchini della "paranza" ballano in mezzo al pubblico - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Facchini della "paranza" ballano in mezzo alla folla - Scifo Vito
  • Festa del Giglio al Quartiere Giambellino. Spettacolo serale con il cantante Mario Merola - Scifo Vito
  • Festa dei Gigli a Milano - Pierluigi Navoni
 Indietro

Categoria

Riti e Pratiche Sociali

Tag

DOVE

Milano (MI), Lombardia - Italia

Il percorso parte dall'inizio di via Bruzzesi e arriva al quadrivio con via Vespri Siciliani dove è sistemato il palco per lo spettacolo; percorre una parte di via Vespri Siciliani e ritorna al punto di partenza.

QUANDO

22 giugno o domenica successiva

CHI

Cozzolino Ciro Cozzolino Ciro
(informatore)
Sarnacchiaro Tonino Sarnacchiaro Tonino
(informatore)

Festa dei Gigli a Milano

Dal 1980 e per cinque anni consecutivi, un'area della periferia milanese tra Giambellino e Lorenteggio è stata teatro di una festa particolare, che riproduceva in versione ridotta la tradizionale festa dei Gigli di Nola. Un momento di realtà meridionale straordinaria ha animato il quartiere milanese, in una manifestazione identitaria chiassosa e clamorosa.
Il Giglio è una complessa struttura in legno, rivestita con decorazioni di cartapesta, che ha l'aspetto di un enorme obelisco, alto più di 25 metri. Esso viene portato in spalla da un centinaio di facchini che si muovono in processione danzante al ritmo di musiche napoletane, coinvolgendo in un ballo collettivo gran parte del pubblico.
Organizzata e voluta da un gruppo di facchini di Barra (sobborgo di Napoli) immigrati a Milano, l'edizione milanese si avvale di un apparato rituale rigorosamente tradizionale e completamente importato. Da Napoli e da Nola provengono infatti le macchine, gli addobbi e le persone che animano la festa.
Nei giorni immediatamente precedenti alla festa, il comitato organizzatore procede al montaggio del Giglio. Lo scheletro, identico in tutti i Gigli in peso e altezza, è una complessa struttura lignea costituita da un'asta centrale, la "borda", realizzata in pioppo, ingabbiata in un'impalcatura con sistema a traliccio e una "base" in abete. Per poter alzare l'enorme macchina vengono fissate alla base otto "barre" e sistemati sui fianchi otto "varrelli" (piccole "barre") mobili. In succesione, durante il montaggio, viene innanzitutto innalzata la trave centrale, accompagnata da un lancio di riso augurale, poi montata la base e infine tutti i pezzi dell'impalcatura dal basso verso l'alto.
Due giorni prima della festa la struttura del Giglio viene trasportata nel punto di inizio del percorso e viene vestita con l'addobbo in cartapesta. Il rivestimento per l'edizione milanese della festa, viene affittato tra quelli già esistenti, utilizzati nelle feste nolane precedenti.
Contemporaneamente al montaggio del Giglio vengono sistemate le luminarie, dalla forma prevalentemente di fiori e campane, che contribiuiscono a dare un'atmosfera più "meridionale" al quartiere, più adatta alla festa.
Da Barra vengono anche i musicisti e la "paranza", con amici e parenti al seguito. La "paranza" è il gruppo dei portatori che trasportano sulle spalle e fanno danzare la macchina per l'intera giornata di festa, scelti tra gli uomini migliori, più forti, dal "capoparanza".
La musica riveste un ruolo molto importante in quanto dà il ritmo al movimento del Giglio. I suonatori (grancassa, rullante e piatti per la sezione ritmica, chitarra e basso per l'accompagnamento, trombe e saxofoni come strumenti guida) e il cantante sono collocati sopra la struttura del Giglio ed eseguono un repertorio composto prevalentemente da arrangiamenti di musica leggera. Almeno un brano però viene scritto per l'occasione e dedicato al "maestro della festa". Nell'edizione del 1982 viene invitato come ospite di rilievo Mario Merola, che nel 1983 viene sostituito da Nino D'Angelo. La sera che precede la festa la banda esegue in anteprima il proprio repertorio musicale nel corso di uno spettacolo in cui viene presentata anche la madrina della festa, il "capoparanza" e il compositore dei testi delle canzoni.
La festa inizia con la benedizione religiosa del Giglio, il taglio del nastro tricolore e il brindisi inaugurale, che sono preludi all'evento più atteso: la prima alzata. Essa viene accompagnata da lanci di coriandoli, grida e balli improvvisati e consiste nell'alzare la macchina, tenerla sollevata per qualche minuto e poi lasciarla cadere a terra con sincronia di movimenti secondo gli ordini dati dal "maestro della festa" e sottolineati dalla musica.
Il percorso è prestabilito e si ferma davanti alla sede della cooperativa degli organizzatori e nella piazza dove termina la festa. Lo spettacolo principale è offerto dall'esibizione della "paranza" in prove di agilità e di forza nel sollevare, muovere e far danzare il Giglio. Fra le figure proposte le più importanti sono: il "numero due", che consiste nella richiesta di un'alzata immediatamente dopo una caduta, "la cacciata" in cui vengono sfilati i varrelli, abbandonate le varre centrali e il Giglio viene portato solo da quaranta uomini posti ai quattro angoli; la "girata" dove il Giglio gira intorno a se stesso a tempo di musica, e la "mezza girata" dove compie mezzo giro verso sinistra e mezzo giro verso destra sempre a tempo di musica.
A Milano il Giglio è stato quasi sempre uno solo, proveniente da Barra. Solo nell'edizione del 1983 sono stati chiamati due Gigli e due "paranze", la nolana e la barrese.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Il mito di riferimento della festa dei Gigli è di origine cattolica, ed è collegato alla figura di S.Paolino, vescovo di Nola tra il IV e il V secolo.
La creazione del mito è dovuta a Gregorio Magno. Egli narra che dopo la presa di Roma da parte dei Vandali, anche Nola fu saccheggiata e molti dei suoi abitanti furono deportati in Africa come prigionieri. Tra di loro vi era il giovane figlio di una vedova, la quale si rivolse al vescovo di Nola, Paolino, per avere il denaro per riscattarlo. Paolino, avendo già venduto tutto quello che aveva per riscattare altri prigionieri, offrì se stesso. Il re dei Vandali, accettò lo scambio: prese Paolino come giardiniere e liberò il giovane.
Un giorno, molto tempo dopo, Paolino predisse al re la sua imminente fine e gli rivelò la sua identità di vescovo. Fu così liberato insieme ai suoi concittadini e tutti fecero ritorno a Nola su navi cariche di frumento.
Ancora oggi è radicata l'idea che l'uso di portare i Gigli altro non sia che la ripetizione dell'offerta floreale fatta, nel V secolo, dalla popolazione nolana riconoscente al suo vescovo.
La morte di S.Paolino avviene il 22 giugno dell'anno 431 d.C.

COMUNITÀ

L'edizione milanese della festa dei Gigli nasce nel 1980, per iniziativa di un ristretto gruppo di immigrati di Barra, quartiere popolare della periferia di Napoli. Viene costituito a questo scopo il Comitato Cima, gestito in particolare da Ciro Cozzolino (Presidente della Cooperativa Facchini Cima) e da Tonino Sarnacchiaro (commerciante).  Il Comitato coordina tutte le iniziative che devono essere svolte a Nola, a Barra e a Milano per l'importazione della macchina rituale. Per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione della festa si avvale, almeno in parte, di sovvenzioni pubbliche e sponsorizzazioni private. E' inoltre suo compito coordinare tutte le fasi del montaggio del Giglio e delle luminarie, accogliere e ospitare la banda e la paranza (circa duecento persone) che arrivano da Barra e preparare lo spettacolo della vigilia.
Il rito del Giglio è organizzato secondo una divisione dei ruoli rigidamente gerarchica. Oltre al Comitato organizzatore, che promuove la festa, viene nominato un "maestro della festa", carica che, a Milano come nelle feste minori, viene conferita a titolo onorifico a un personaggio di particolare prestigio. Il "capoparanza", ex portatore di grande esperienza, ha il compito di scegliere gli uomini, stabilirne la collocazione sotto il Giglio e seguirne l'operato durante il trasporto. I "caporali", anch'essi ex portatori, aiutano il "capoparanza" controllando i quattro angoli del Giglio. La "paranza" è formata da circa centoventi portatori, generalmente giovani tra i 17 e i 35 anni, di diversa estrazione sociale.
L'intera macchina rituale è gestita da uomini. Le donne prendono parte alla festa cantando e danzando insieme al corteo del Giglio.
Nella festa sembrano riconoscersi principalmente i Nolani e i Napoletani, e più in generale anche tutti gli altri immigrati meridionali. E' un'esplosione di meridionalità, un'aperta dichiarazione e dimostrazione di appartenenza culturale, in un contesto completamente estraneo e in parte ancora diffidente.

MISURE DI SALVAGUARDIA

La festa dei Gigli a Milano fa parte del R.E.I.L. (Registro delle Eredità Immateriali Lombarde), progetto di valorizzazione, salvaguardia e promozione dei beni immateriali, saperi tradizionali e pratiche rituali della Regione Lombardia.

Per sapere di più

Bibliografia

  • Bertolotti Guido, Meazza Renata
    Milano e il suo territorio - La macchina rituale. I Gigli di Nola al Lorenteggio
    Silvana Editoriale 1985

A cura di

Regione Lombardia - Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Giulia La Marca

Data di pubblicazione

11-NOV-2012 (Giulia La Marca)

Ultimo aggiornamento

17-MAR-2015 (Fabia Apolito)

download cover image




Dalla Community


 Racconta