• slidebg1
    Alpeggio Stabil Fiorito in Val Grigna - Tommaso Perfetti
  • Stabil Fiorito - ENECE FILM
  • slidebg1
    Alpeggio Stabil Fiorito in Val Grigna - Tommaso Perfetti
  • slidebg1
    Alpeggio Stabil Fiorito in Val Grigna - Tommaso Perfetti
  • 2018
 Indietro

Categoria

Natura e Universo

Tag

DOVE

Bovegno (BS), Lombardia - Italia

Da quando ha in concessione l’alpeggio Stabil Fiorito, Luca Carminati lo raggiunge nel mese di giugno conducendo la transumanza del suo gregge di pecore e capre. Parte nel mese di maggio dalla periferia di Cremona, punta verso nord, raggiunge il fiume Oglio e ne segue il corso fino a Provaglio d’Iseo. Risale quindi il versante orientale del lago passando fra i boschi, giunge alle pendici del Monte Guglielmo e da lì, passando per Monte Campione e le malghe Rosello e Rosellino, in una ventina di giorni arriva a Stabil Fiorito dove si ferma fino ai primi di settembre. Da lì si trasferisce fino alla fine del mese presso il Passo del Maniva, dove le ripide sponde del pascolo non sono state del tutto ripulite dalle mandrie di mucche perché troppo impervie. Riprende quindi il cammino in senso inverso per tornare in pianura e accompagnare il gregge durante tutto il periodo della transumanza invernale.

QUANDO

Estate

CHI

Carminati Luca Carminati Luca
(pastore)

Alpeggio Stabil Fiorito in Val Grigna

L’azienda agricola Luca Carminati è da tre anni concessionaria dell’alpeggio Stabil Fiorito, in comune di Bovegno - di proprietà regionale, gestito da Ersaf - di cui fanno parte le baite Stabil Fiorito (1895 m.) e Val Brescianina (1826 m.). L’alpeggio, condotto da Luca insieme al socio con il quale condivide già da una decina d’anni l’allevamento delle pecore, carica un gregge di un migliaio di pecore di razza bergamasca esclusivamente da carne e circa 120 capre di cui 60 di proprietà e 60 di piccoli allevatori della Val Camonica. Le capre sono quasi tutte bionde dell’Adamello, una razza tutelata perché ormai in via d’estinzione. Quelle di proprietà vengono tenute nel gregge per ‘fare da balia’ agli agnelli nati in pianura durante la transumanza invernale, rimasti orfani o le cui madri hanno poco latte, mentre quelle in affido pascolano liberamente e vengono munte.
La mungitura avviene due volte al giorno, alle 7 della mattina e alle 7 di sera e dura circa 40/60 minuti, a seconda della quantità del latte, che varia al variare della qualità dell’erba e dalle condizioni climatiche, e che dalla metà di agosto inizia a diminuire perché le capre vanno verso l’asciutta invernale. Ai primi di settembre i diversi proprietari delle capre affidate vengono a riprenderle con i camion, così come ad inizio stagione le avevano portate in alpeggio.
Gli accordi con i proprietari riguardo l’utilizzo del latte per la produzione del formaggio sono vari, e si limitano quasi esclusivamente alla cessione di una o due formaggelle.
Il latte lavorato in alpeggio è un buon latte grasso con il quale Luca produce formaggelle e ricotta. Poiché solo da tre anni ha iniziato a fare il casaro, sta ancora sperimentando per trovare un proprio metodo di lavorazione. Attualmente lo scalda a 35°, lo “rompe”, lo lascia riposare mezz’ora circa, poi lo estrae e lo mette nelle fascere. Le formaggelle che produce sono larghe 25 cm. e pesano 1 kg. Vengono conservate nella casera o nel silter, ma essendo formaggelle fresche, non destinate alla stagionatura, devono essere portate a valle per la vendita quasi ogni settimana. Il problema principale per Luca, relativamente nuovo sul mercato, è stato quello di trovare gli acquirenti, operazione che ha condotto proponendo in giro assaggi del suo formaggio e facendosi pian piano conoscere. La malga è in posizione isolata, fuori dal passaggio degli escursionisti e priva di copertura telefonica. “Qualcosa si può vendere al passo del Maniva o al rifugio Rosello”, ma la maggior parte del formaggio deve essere portata a valle e venduta ai privati che lo prenotano settimanalmente perché ormai lo conoscono e lo apprezzano.
Le pecore invece vengono vendute alle macellerie e destinate alla clientela islamica, ma ultimamente la richiesta è notevolmente diminuita anche a causa della concorrenza del mercato estero.
Un altro grosso problema è quello dello smaltimento della lana; dopo il fallimento dell’unica industria della zona che la lavorava, e dopo un breve periodo in cui sembrava potesse avere mercato in Svizzera come isolante per tetti, ora non la vuole più nessuno e deve essere stivata là dove è possibile o altrimenti smaltita come rifiuto speciale.
Durante l’autunno e l’inverno il gregge pascola nella pianura  intorno a Cremona spostandosi quasi tutti i giorni nei campi di mais ormai lasciati a riposo, dove tra le stoppie si trovano ancora piante erbacee spontanee e residui di colture. In primavera, con la semina del mais, il gregge è costretto a spostarsi negli incolti o lungo le rive dei fossi e dei canali, ovunque si trovi una striscia di verde non utilizzata. I rapporti con i proprietari dei terreni non presentano problemi, Luca li conosce da tempo e trova sempre la possibilità di accordarsi con loro per gli spostamenti. Lui e il suo socio seguono il gregge appoggiandosi a una roulotte, in modo da essere sempre presenti, anche in occasione delle gravidanze delle pecore e dei parti che avvengono nella stagione invernale. I cani svolgono un lavoro insostituibile controllando il gregge nel momento del passaggio di strade o del transito in prossimità di campi coltivati

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Le alte valli bresciane rappresentano l’areale storico della pastorizia ovina transumante, un sistema sviluppatosi secoli fa e legato sin dalle sue origini alla razza Bergamasca, la più importante di tutte le razze ovine delle Alpi.  Iniziata nel XII secolo con la discesa di greggi nelle pianure lombarde dalle vallate prealpine, la transumanza lombarda ha visto nei secoli successivi l’aumento della presenza di manze e di mucche da latte. Con i progressi della produzione foraggera e il sorgere di cascine con stalle e caseifici, la transumanza bovina è andata pian piano diminuendo. I pastori, invece, hanno continuato a spostarsi con le greggi di pecore e di capre alla ricerca dei pascoli lungo le aste dei fiumi e nelle zone che restavano incolte. Oggi la maggior parte delle pecore Bergamasche transumanti alpeggia sulle Alpi Orobiche bergamasche e nelle aree limitrofe della Valtellina, Val Camonica e Valsassina. Durante l’inverno le greggi svernano nella bassa pianura lombarda, nell’alessandrino, in Emilia e Brianza. Tuttavia, se la transumanza ovina e caprina si è mantenuta sino ad oggi, le finalità dell’allevamento sono profondamente modificate. A partire dagli anni ’70, con il crollo del valore della lana, l’allevamento della pecora Bergamasca si è sempre più specializzato per la produzione di carne, ora quasi esclusivamente richiesta da consumatori di origine africana e asiatica.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Luca ha iniziato a salire in alpeggio fin da bambino, seguendo il nonno e il padre. Ha imparato a fare il pastore quasi senza accorgersene, assorbendo dai suoi le tecniche del mestiere. Solo da pochi anni ha iniziato a produrre formaggi dal latte delle capre, seguendo gli insegnamenti del nonno e di un conoscente che gli affidava le capre nella stagione estiva. Dal nonno, che allevava mucche, ha appreso che esiste un preciso rapporto tra la qualità dell’erba del pascolo (dove cresce, in quale stagione, con quali condizioni metereologiche), il latte munto e, di conseguenza, il formaggio prodotto; dall’amico le tecniche di lavorazione del latte di capra e, anche in questo caso, quanto contino gli ambienti di lavorazione e di conservazione. Ritiene tuttavia che, oltre da un proficuo confronto con altri pastori,  si impari soprattutto dall’esperienza personale, che si affina man mano attraverso gli errori fatti e i successi raggiunti, quindi con una continua ricerca e continue piccole innovazioni. Ha aderito all’”Associazione pastori lombardi” costituitasi nel 2005, a seguito dell’ampliamento di una precedente ”Associazione pastori camuni”, con l’obiettivo di affrontare i problemi comuni, da quelli della transumanza, a quelli della commercializzazione della carne e della lana. A suo parere i risultati sono scarsi a causa dell’individualismo dei pastori, ognuno con una propria idea; per ora gli incontri si effettuano prevalentemente attraverso l’organizzazione di cene durante le quali vengono scambiate opinioni, senza grandi esiti. Ultimamente, poiché si è constatato che i problemi dei pastori lombardi non differiscono molto da quelli del resto della penisola, si sta tentando di formare un’associazione di livello nazionale.

COMUNITÀ

La malga Stabil Fiorito fa parte dell’esteso sistema territoriale di alpeggi che Ersaf gestisce per conto di Regione Lombardia. Il riconoscimento della funzione sia ambientale che socio-economica degli alpeggi, il ruolo di custodi del territorio e delle tradizioni locali affidato agli alpeggiatori, le caratteristiche di multifunzionalità che vengono loro richieste, contribuiscono a creare una comunità di operatori stimolati alla consapevolezza del valore del patrimonio in gestione, alla conservazione della natura e del paesaggio, alla valorizzazione delle produzioni locali e tipiche di qualità. Gli obiettivi generali e specifici da perseguire, gli adempimenti che gli alpeggiatori devono assolvere, ma anche gli oneri a carico dell’ente gestore, sono definiti dal contratto e dal capitolato di concessione che contengono altresì modalità per la valutazione annuale della qualità gestionale nonché disposizioni per il riconoscimento di premialità in relazione al raggiungimento da parte del concessionario degli obiettivi concordati, ulteriori elementi che danno unità e continuità al sistema.

AZIONI DI VALORIZZAZIONE

Le malghe Stabil Fiorito e Val Brescianina sono attraversate dal Sentiero degli Averi e dei Saperi, promosso dall’Accordo di Programma per la Valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna, anello escursionistico che parte da Campolungo Inferiore. L’itinerario rappresenta una opportunità di percorrere i luoghi teatro di vicende umane varie e interessanti, tipicamente legate alle attività alpestri; 15 pannelli di approfondimento scandiscono il percorso e invitano alla sosta.

MISURE DI SALVAGUARDIA

Nel corso degli ultimi dieci anni sono state intraprese diverse azioni di salvaguardia. L’Accordo di Programma “Valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna”, sottoscritto nel 2008 da Regione Lombardia, ERSAF, Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica e di Valle Trompia, e i comuni di: Artogne, Berzo Inferiore, Bienno, Bovegno, Collio, Esine, Gianico e Prestine, ha promosso la riqualificazione ambientale dell’area (circa 20.000 ettari tra Val Camonica e Val Trompia), attraverso interventi finalizzati alla salvaguardia, alla conservazione, e allo sviluppo sostenibile dell’ambiente montano e dell’eredità culturale del territorio.

Per sapere di più

Bibliografia

  • Corti Michele, Foppa Giuseppe
    La pecora Bergamasca. Storia, immagini, sistema di allevamento della più importante razza ovina delle Alpi
    Provincia di Bergamo 1999
  • Berruti Mario, Maculotti Giancarlo
    Pastori di Valcamonica. Studi, documenti, testimonianze su un antico
    Grafo 2001
  • Eros Galli, Piccardi Biagio
    La malga, espressione d'uomini. Fabbricati rurali delle montagne di Valgrigna
  • Carissoni Anna
    Pastori. Studi, documenti, testimonianze sulla pastorizia bergamasca.
  • Michieli Franco, Sapienza Davide
    La via dei Silter

Beni materiali

Non distante dalle malghe Stabil Fiorito e Brescianina, si sviluppa un breve itinerario circolare, l’Anello delle Miniere, che incrocia quello che era l’accesso ad una delle più antiche miniere di rame d’Europa, chiusa al pubblico e aperta solo ad esperti del settore in quanto oggetto di studi internazionali

A cura di

ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste - - Martina Nessi

Data di pubblicazione

16-FEB-2019 (Martina Nessi)

Ultimo aggiornamento

24-OCT-2019 (Fabia Apolito)

download cover image




Dalla Community


 Racconta