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2018
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Categoria
Natura e UniversoTag
DOVE
Bagolino (BS), Lombardia - Italia
Le mucche di proprietà dell’azienda di Ester Paterlini partono verso la metà di giugno dalla stalla di Collio e fanno tappa a 1.400 m. alla malga Casantighe, al confine comunale, dove si fermano una quindicina di giorni circa, in attesa che le condizioni del pascolo di destinazione siano ottimali. Arrivano all’Alpe Vaia di mezzo verso la fine di giugno. La discesa avviene intorno alla metà/fine settembre, direttamente senza soste, con un viaggio di 4/5 ore. Lo stesso percorso di andata e ritorno lo compiono anche le mucche che gli altri proprietari di Collio danno in affido alla famiglia di Tiziana. Le manze, invece, che arrivano dalla pianura, compiono il viaggio in camion fino al passo del Maniva e da lì scendono a piedi all’alpeggio, effettuando al ritorno lo stesso percorso in senso inverso.
QUANDO
Estate
CHI
Alpeggio Alpe Vaia
L’Azienda Agricola Malga di Piano di Ester Paterlini conduce l'Alpe Vaia, di proprietà regionale, gestita da Ersaf, e articolata nelle tre stazioni di Vaia di Fondo (quota 1.716 m.), Vaia di Mezzo (1.851 m.) e Vaia di sopra (o Vaia di Cima, 2.018 m.). Le strutture d’alpeggio presenti nell’area sono: a Vaia di sopra la foresteria di Casinello; a Vaia di Mezzo, di recente sistemazione, la foresteria–ristoro, il ricovero per il personale, il deposito, il caseificio e il locale stagionatura; nonché i fabbricati di Vaia di Fondo.
Durante l’estate, l’attività quotidiana all’alpeggio di Vaia di Mezzo si concentra principalmente sulla conduzione del pascolo, con la mungitura e la preparazione del formaggio, e sulla gestione dell’agriturismo. Impegna 4/5 persone e inizia alle 5 di mattina quando gli uomini si alzano, cominciano a scremare il latte che la sera prima era stato messo nelle vasche di affioramento e lo mettono nel paiolo. Quindi preparano l’attrezzatura, prendono il trattore e vanno a mungere nella zona del pascolo. Le donne si alzano alle 6 e lavorano il latte lasciato dagli uomini nel paiolo. Finito di lavorare il latte, arrivano i mungitori con il latte fresco e lo versano nelle vasche di affioramento, in modo che sia pronto per essere lavorato la sera stessa. Lavano i bidoni e i secchi di mungitura e intorno alle 8.30/9.00 tutti si ritrovano per fare colazione assieme e decidere come organizzare il lavoro per il resto della mattinata, secondo le esigenze della giornata. Se c’è gente che ha prenotato il pranzo, si dà la precedenza alla cucina, poi gli uomini vanno a spostare i fili dei recinti mentre le donne terminano di cucinare. Oppure se non c’è nessuno a pranzo, si va tutti a spostare i fili. I fili vengono spostati tutti i giorni per consentire alle mucche di nutrirsi di erba sempre nuova, ma anche per delimitare zone troppo impervie e pericolose dove gli animali potrebbero cadere e ferirsi. Nel pomeriggio si fanno opere di sistemazione esterna, si prepara la legna, si fanno i piccoli lavori necessari, fino alle 17. Alle 17 inizia nuovamente il ciclo: gli uomini preparano i bidoni e vanno a mungere, le donne lavorano il latte munto la mattina e già pronto nella caldaia. Si occupano poi degli animali della malga, capre (sono 40, che pascolano nella parte più alta dell’alpeggio e che, quando non sono in asciutta, sono da mungere una volta al giorno), galline, maiali e, se ci sono, vitelli. Alle 19 rientrano gli uomini con il latte, lo versano nelle vasche, lavano bidoni e secchi e alle 20/20.30 si cena.
In sostanza il latte viene lavorato due volte al giorno: alla mattina quello della sera prima, e alla sera quello della mattina. Anche la mungitura avviene due volte al giorno, più o meno alle 5 di mattina e alle 5 di sera.
Avviene meccanicamente con il carro mungitore. Appena la mucca sente che viene messo in funzione, si avvicina autonomamente al carro. Con il carro due mungitori con 4 secchi ciascuno riescono a mungere 4 mucche per volta, in totale 8 mucche.
Il formaggio prodotto viene marchiato Nostrano Collio, il marchio è registrato alla Camera di Commercio della Provincia di Brescia. Sono forme da 20 chili l’una, in piena stagione se ne producono quattro al giorno; le formaggelle variano da 1 a 3 chili, se ne fanno una decina per volta, sia di latte vaccino che di latte di capra, quelle più grosse possono essere stagionate fino a 3/4 mesi. Vengono lavorati anche panetti di burro da 500 grammi, anche questi marchiati “Vaia”. Le forme di Nostrano Collio, dopo qualche giorno passato nel piccolo locale stagionatura, vengono portate a Collio dove lo stagionatore (agente che si occupa anche della loro commercializzazione) le fa stagionare, girandole ogni 15 giorni e ungendole superiormente e lateralmente. Vengono vendute a negozi, pizzerie e supermercati locali e nelle diverse fiere e manifestazioni gastronomiche della zona.
All’Alpe di Mezzo la struttura dedicata all’agriturismo comprende cucina e sala da pranzo al piano terra, e al piano superiore la zona ricettiva con un piccolo appartamento, costituito da cucina, bagno e camera, più un’altra camera con bagno. Ci sono poi altre 4 camere, di cui 2 utilizzate dalla famiglia di Ester e 2 a disposizione, anche queste con bagno, per un totale di 10-11 posti letto.
Partita da zero all’inizio dell’attività, attualmente la struttura è sempre più frequentata da turisti che salgono anche dal lago d’Idro e dal lago d’Iseo, da ciclisti, e da escursionisti che compiono gite in giornata. Pochi si fermano a dormire, la sosta è soprattutto per il pranzo e per l’acquisto delle formaggelle. Vengono serviti prodotti locali, formaggi lavorati in malga, salumi e carne da animali allevati in malga o in piano, verdure dell’orto. I coperti che si riescono a servire giornalmente sono una trentina. In occasione di iniziative speciali vengono svolti due turni: per la giornata dei bambini, il primo turno ha messo a tavola bambini e maestre, con un secondo turno si sono serviti anche gli adulti: genitori, nonni, zii.
Annesso all’agriturismo c’è il caseificio con la zona affioramento, la zona lavorazione, la zona salatura e i servizi. Il locale per la stagionatura è piccolo perché di settimana in settimana i formaggi vengo portati a stagionare in valle in celle di proprietà oppure dallo stagionatore che si occupa anche della vendita.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Gli ampi pascoli che caratterizzano il territorio dell’Alpe Vaia erano un tempo molto più estesi, quasi il doppio degli attuali, come testimoniano vari fabbricati rurali che sono rimasti interclusi in aree boscate o in disuso in zone ormai incolte. Ci lasciano intuire un alpeggio importante, sede di più aziende, risorsa notevole per l’economia del territorio. La dislocazione a diverse quote dei fabbricati ricorda l’uso storico del pascolo che comportava lo spostamento di mandrie e greggi nelle diverse stazioni a seconda della progressiva maturazione del foraggio. La contrazione delle attività d’alpeggio partita agli inizi del ‘900 e accentuatasi negli anni ’60, ha portato a una progressiva diminuzione dei pascoli, ciononostante l’Alpe Vaia mantiene ancora oggi una grande rilevanza sia in termini produttivi che di mantenimento degli insediamenti tradizionali, che di salvaguardia dell’ambiente alpino.
APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE
Ester ha imparato a fare il formaggio dal padre, ha anche frequentato dei corsi che ammette esserle serviti come esperienza, ma la lavorazione che continua a mettere in pratica è quella tradizionale che parte dal latte crudo, non pastorizzato. Si occupa della lavorazione dei formaggi e del burro, non della mungitura.
COMUNITÀ
L’alpe Vaia fa parte dell’esteso sistema territoriale di alpeggi che Ersaf gestisce per conto di Regione Lombardia. Il riconoscimento della funzione sia ambientale che socio-economica degli alpeggi, il ruolo di custodi del territorio e delle tradizioni locali affidato agli alpeggiatori, le caratteristiche di multifunzionalità che vengono loro richieste, contribuiscono a creare una comunità di operatori stimolati alla consapevolezza del valore del patrimonio in gestione, alla conservazione della natura e del paesaggio, alla valorizzazione delle produzioni locali e tipiche di qualità. Gli obiettivi generali e specifici da perseguire, gli adempimenti che gli alpeggiatori devono assolvere, ma anche gli oneri a carico dell’ente gestore, sono definiti dal contratto e dal capitolato di concessione che contengono altresì modalità per la valutazione annuale della qualità gestionale nonché disposizioni per il riconoscimento di premialità in relazione al raggiungimento da parte del concessionario degli obiettivi concordati, ulteriori elementi che danno unità e continuità al sistema.
AZIONI DI VALORIZZAZIONE
L’attività di agriturismo, con l’ospitalità ai turisti di passaggio e la degustazione dei prodotti tipici della malga, può favorire la conoscenza del luogo, la consapevolezza dell’importante azione di presidio territoriale e paesaggistico esercitata dagli alpeggiatori, e contribuire così alla sua salvaguardia. Per far conoscere l’offerta agrituristica, Ester organizza giornate di festa, manifestazioni culinarie e ospita corsi che possano attirare i visitatori, pubblicizzandoli attraverso volantini affissi in paese e attraverso il proprio sito internet.
Per far conoscere la sua attività e i suoi formaggi, partecipa a manifestazioni come “Francicorta in bianco” e alle fiere che si tengono sia in Valtrompia che in Valcamonica e dove si espongono animali e prodotti. Gli animali concorrono ai premi messi a disposizione per le diverse categorie (mucche da latte, manze, vitelle). Sono anche queste occasioni per far conoscere e valorizzare le attività dell’allevamento e della monticazione e contribuire alla loro salvaguardia.
MISURE DI SALVAGUARDIA
La Foresta Regionale Alpe Vaiaricade nella Zona a Protezione Speciale Val Caffaro sulla quale nel 2004 è stato istituito il Sito Natura 2000.
Per sapere di più
Beni materiali
I fabbricati presenti nelle tre stazioni di Fondo, di Mezzo e di Cima, pur con i necessari adeguamenti, mantengono le caratteristiche dell’architettura rurale di montagna e costituiscono testimonianza della vita in alpeggio.
A cura di
ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste - - Martina Nessi
Data di pubblicazione
19-FEB-2019 (Martina Nessi)
Ultimo aggiornamento
09-JUN-2020 (Fabia Apolito)
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