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    Maschera della Vegia del Val e maschera del'Omasì del gerlo - Buscarino Federico
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    Carnevale in piazza - Buscarino Federico
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    Frittelle - Buscarino Federico
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    Filatrici - Buscarino Federico
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    Preparazione del formaggio - Buscarino Federico
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    Scultore - Buscarino Federico
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    Maschere in piazza - Buscarino Federico
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    Mescita del vin brulé - Buscarino Federico
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    Maschera dell'Omasì del zerlo - Buscarino Federico
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    Maschere di vecchie - Buscarino Federico
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    Maschera dell'Omasì del zerlo - Buscarino Federico
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    Maschera della Vegia del Val - Buscarino Federico
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    Maschere all'ingresso della piazza - Buscarino Federico
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    Vecchia con la carriola - Buscarino Federico
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    Maschera del doppio - Buscarino Federico
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    Maschera del prete - Buscarino Federico
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    Spettatori del carnevale - Buscarino Federico
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    Maschera di vecchia - Buscarino Federico
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    Maschera - Buscarino Federico
  • 2006
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Categoria

Riti e Pratiche Sociali

Tag

DOVE

Pertica Alta (BS), Lombardia - Italia

QUANDO

Carnevale romano, primo sabato e domenica

CHI

Bonomini Emilia Bonomini Emilia
(informatore)
Bonomini Mario Bonomini Mario
(informatore)

Carnevale di Livemmo

La celebrazione del carnevale a Livemmo ha inizio di sabato pomeriggio, con la sfilata per le vie del paese di tutte le maschere, i "maschér", che aprono i festeggiamenti.
La festa prosegue la domenica con la comparsa delle tre maschere tradizionali di questo carnevale, le "maschere doppie", di ispirazione rurale: "la vècia dal val", "l'omasì del zerlo" e il "doppio".
Gli abitanti intervistati sostengono che queste maschere siano nate nel dopoguerra, inventate e costruite per la prima volta da un artigiano locale. Le prime due maschere sono le piu antiche. Sia la testa che il corpo delle maschere sono in legno, su cui poi sono stati incollati pezzi di stracci e tessuti. Ma i particolari sulla composizione delle strutture che reggono le maschere non sono noti, e vengono tenuti in gran segreto da coloro che le indossano. Grazie a questa struttura è possibile creare un particolare gioco ottico e percettivo su cui si fonda l'inganno del doppio di queste maschere.
La "vecia dal val" ha l'aspetto di una donna anziana che porta innanzi a sé un ampio cesto per le graminacee (val), all'interno del quale è seduto un uomo che è sostenuto e portato in giro dalla sua compagna. Il travestimento è costruito su un imbroglio. La cesta viene tagliata in parte e fissata all'altezza della pancia del mascherato. Il vecchio seduto nel val è la persona vera, la vecchia è un fantoccio. L'imbroglio consiste nel fatto che sembra che sia la vecchia a portare il vecchio mentre in realtà è il contrario.
L'"omasì del zerlo" (l'uomo della gerla) raffigura un vecchio contadino schiacciato dal peso della gerla che porta sulle spalle e che reca all'interno un altro uomo. I due personaggi possono essere molto simili tra loro o, in qualche caso, colui che porta sembra essere molto più giovane dell'altro. Anche qui, colui che sembra portare il fardello è in realtà un fantoccio. La persona mascherata, che entra con i piedi all'interno della gerla, a cui viene rotto il fondo, è il volto di colui che viene portato.
La "vecia del val" e l'"omasì del zerlo" sfilano e ballano continuando a roteare su se stessi.
La terza maschera tradizionale è il "doppio", un uomo con maschera e scarpe ("sgalber") bifronti ed un lungo mantello che copre le ginocchia. Incede lentamente in modo che risulta impossibile per l'osservatore capire quale sia il davanti e quale il retro dell'uomo che sta sotto la maschera.
Attorno a queste tre maschere, compaiono una serie di personaggi della vita quotidiana: il dottore, la vecchia, le suore, il diavolo, "l'osèladur", il prete, la strega; donne e uomini vestiti con scialli, panciotti, camicette in pizzo, mutandoni, mantelli, vecchi foulard. Spesso il tema del doppio ricompare anche nelle maschere recenti, con travestimenti di coppia.
In passato esistevano delle maschere che venivano chiamate "le signorine" o "le bianche". Si riconoscevano in quanto vestite con abiti signorili, eleganti o semplicemente bianchi. A indossare questo travestimento erano esclusivamente uomini.
Molti sono i riferimenti erotici che ricorrono nei travestimenti (due organi genitali sono in bella mostra nella gabbietta che porta sulle spalle l'oseladur), che accompagnano i movimenti delle maschere e arredano i banchetti (un grosso fallo in legno spunta dal banchetto alimentare in piazza e spruzza acqua sui passanti).
Le maschere sfilano e ballano accompagnate dalla musica diffusa da uno stereo. In passato il corteo era accompagnato da un suonatore di fisarmonica.
Lungo le strade principali sono allestite  rappresentazioni di scene tipiche degli antichi mestieri della zona.
Il banchetto alimentare distribuisce frittelle, caldarroste e vin brulé.

COMUNITÀ

Al carnevale partecipa tutto il paese, che prende parte o assiste alla mascherata. Le maschere oggi sono uomini, donne e bambini, a differenza del passato quando a mascherarsi erano esclusivamente gli uomini.
La manifestazione è organizzata dal Gruppo Folkloristico di Pertica Alta in collaborazione con l'amministrazione comunale.

MISURE DI SALVAGUARDIA

Il carnevale di Livemmo fa parte del R.E.I.L. (Registro delle Eredità Immateriali Lombarde), progetto di valorizzazione, salvaguardia e promozione dei beni immateriali, saperi tradizionali e pratiche rituali della Regione Lombardia.

Per sapere di più

A cura di

Regione Lombardia - Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Giulia La Marca

Data di pubblicazione

03-LUG-2012 (Giulia La Marca)

Ultimo aggiornamento

11-MAR-2015 (Fabia Apolito)

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